Brescia: al via il progetto “Custodi del Bello” che si prende cura della città

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«Custodi del Bello» coinvolge la Fondazione Opera Caritas San Martino, il Comune, l’Associazione dignità e lavoro, la cooperativa Essere, la cooperativa Kemay, Parrocchie e Consigli di quartiere. Lo slogan dell’iniziativa è «Ci prendiamo cura della città dando speranza alle persone». Progetti uguali sono già stati attivati a Milano, Firenze e Roma, presto si aggiungeranno Savona, Biella e Torino. A livello nazionale sono in campo il Consorzio Communitas, la Fondazione Angeli del bello, l’associazione Extrapulita, la Caritas con il sostegno economico delle Fondazioni Peppino Vismara e Azimut. Queste ultime due finanziano anche l’esperienza di Brescia, che beneficia pure di un piccolo contributo del Comune.

Protagonisti sono soggetti fragili, italiani e stranieri, che avranno un compenso di 350 euro mensili. Persone che hanno perduto il lavoro, magari per colpa della pandemia. Conta l’aiuto economico, ma soprattutto lo stimolo, la formazione, lo sviluppo delle competenze. «Si tratta di uomini e donne – sottolinea Luciano Marzi, vice presidente del Consorzio Communitas – che hanno perso anche la dignità, la voglia di fare, la stima in se stessi. Hanno bisogno di ricapacitarsi, di riprendere fiducia». D’altra parte, a beneficiare del loro impegno saranno i quartieri, secondo un modello che può essere replicato.

NEI QUARTIERI

«Custodi del Bello» ha coinvolto anche i Consigli di quartiere e le parrocchie, spiega Marco Danesi, vice direttore della Caritas bresciana. Un lavoro di preparazione, perché «l progetto mira anche a riattivare i quartieri e i cittadini». L’ambizione è che la cura del patrimonio pubblico diventi impegno condiviso e occasione per generare relazioni. «Vorremmo che in tutta la città si attivassero i custodi del bello con l’ausilio dei volontari», sottolinea Danesi. L’altro augurio è che il progetto da sperimentale diventi stabile, dando la possibilità a più «tirocinanti» di risalire la china e trovare un posto di lavoro.

Il Comune di Brescia partecipa al progetto, convinto che rappresenti «uno strumento di coesione sociale, inclusione, scoperta della bellezza dei nostri luoghi», commenta l’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti. «All’inciviltà «rispondiamo con progetti che vincono l’indifferenza». L’iniziativa, all’insegna del prendersi cura, sarà uno stimolo «alla condivisione dei cittadini e dei Consigli di quartiere», ribadisce l’assessore alla Partecipazione Alessandro Cantoni. Brescia, ragiona l’assessore al Welfare Marco Fenaroli, «presenta molti fattori di emarginazione. Progetti che ridanno dignità alle persone sono benvenuti». Per altro, continua, «dare a chi versa in una condizione difficile la responsabilità di beni comuni, di cui spesso nessuno si occupa, li aiuta a riprendere fiducia in se stessi». Suor Italina Parente (vice direttrice dell’Ufficio impegno sociale della Diocesi) sottolinea il valore generato da «un’alleanza che produce progetti di corresponsabilità. Un piccolo segno di grande significato». Un seme da cui possono maturare buoni e diffusi frutti che rendono migliore la città.